Lucrezia è una giovane mamma che racconta sul suo blog C’era una vodka l’avventura di crescere con un bambino. Anche se il ricordo della vita prima della maternità è intenso e vivo. Ma Lucrezia ha già le idee chiare su quello che sarà il suo approccio, come racconta nel suo libro “Manuale di sopravvivenza per pessime madri”. Leggete i suoi consigli e riflettete con noi: tutto ci sembra fuorché pessima…
1. Non sottovalutare La stanchezza e lo scoramento che un neonato senza sonno e “parassita” della tua tetta potrà provocarti. Né il fatto che l’entusiasmo dei primi giorni si possa trasformare, senza nemmeno accorgersene, in depressione. Credo davvero che l’unico modo per uscire indenni dai primi mesi di maternità è accettare tutti gli aiuti che arrivano dall’esterno, chiederli in caso di bisogno e ripetersi come un mantra, più volte al giorno, che “tuo figlio crescerà e tutto questo passerà”.
2. Non sopravvalutare Le tue forze. Sei speciale ma non sei wonder woman. Sì, lo so, è stato un duro colpo anche per me scoprirlo ma la verità è questa. Non siamo né perfette, né instancabili. E allora tanto vale accettare e sguazzare nelle nostre imperfezioni.
3. Se hai bisogno d’aiuto Mi autocito, anzi cito il mio libro “…ci sono, però, due cose che devi tenere a mente. La prima è che se vuoi sopravvivere devi farti aiutare. Al vostro ritorno a casa ci saranno orde di parenti, amici, conoscenti, vicini e semi conoscenti pronti ad affollarti casa. Ecco, traduci ogni visita in termini di faccende domestiche e il gioco è fatto. La tua amica viene a prendere un caffè? Tu dille che hai bisogno di fare una doccia e mollale il pupo. La suocera suona il campanello per la terza volta nel giro di cinque ore? Tu accoglila con una scopa in mano. E porgigliela… In questo momento anche il tuo Lui non saprà dove mettere le mani. Bene, fagliele mettere nella lavatrice. Saranno tutti pronti a consigliarti cosa è meglio per te e per il tuo bambino. Tu, nel dubbio, rispondi sempre che la cosa migliore, in questo momento, è che ti stendano il bucato…”
4. Non potrai fare a meno di una persona fidata da chiamare al momento del bisogno. Un impegno improvviso di lavoro o una disperata necessità di uscire per respirare un po’ di libertà. Sarà tutto più semplice con un numero amico da digitare in casi di emergenza. E ve lo dice una che dopo un anno e mezzo è ancora in cerca di una baby sitter.
5. Il mio motto per i momenti disperati Una mamma che se ne frega della perfezione è la mamma di un bambino felice.