La parte finale del ricordo che abbiamo realizzato per commemorare il centenario della nascita di Giuseppe Perego ci porta fino ai giorni nostri.
Potete leggere la prima parte qui e la seconda qui.
Un occhio al passato per guardare al futuro
Dal 1984 Giuseppe Perego non è più in azienda, ma i suoi insegnamenti e il suo esempio sono una guida costante per i figli, che ne raccolgono l’eredità. Sono il primogenito Gianluca e Lucio a ereditare il timone della Peg Perego, dividendosi compiti e responsabilità: «Da subito – racconta Lucio – abbiamo cercato di applicare quello che ci aveva insegnato, nel lavoro e nella vita privata. Papà era una persona umile, che non amava strafare né mettersi in mostra. Oltre a occuparsi del suo lavoro, che lo appassionava e lo impegnava molto, appena poteva si dedicava alla famiglia, passava molto tempo con noi. Lo ricordo molto presente, ma anche molto serio. Nei mesi scorsi abbiamo ritrovato una lettera della mamma che lo descriveva come coraggioso e ottimista, ma allo stesso tempo sempre preoccupato. Non si tirava indietro, ma sentiva tutto il peso delle responsabilità. Ecco, se dovessi descriverlo con una formula, direi: sempre ottimista, eternamente preoccupato».
L’approccio al lavoro dei figli è ancora quello che Giuseppe ha insegnato con l’esempio. Primo, arrivare presto in ufficio. «E arrivare riposati, in condizioni di lavorare bene», precisa Michele. E poi “fare le cose”. «Si arrabbiava – raccontano Lucio e Gianluca – quando sentiva dire “ci vorrebbe uno che facesse…”. Diceva: “Se delegate tutto, dopo voi cosa fate?”». Per questo motivo i suoi figli sono sempre stati presenti in azienda. E questo ha permesso di instaurare un rapporto diretto con i dipendenti, una grande risorsa, alcuni dei quali hanno lavorato in azienda per più di 50 anni.
E il futuro? Delle quattro storiche eccellenze della zona, Gilera, Falck, Molteni e Peg, l’impresa della famiglia Perego è oggi la realtà più vitale e guarda con fiducia agli anni a venire e la terza generazione è già in azienda. «Nel futuro – risponde senza esitazione Lucio Perego – c’è di certo tanto impegno e tanto lavoro. È quello che ci ha insegnato il papà, ed è quello che spero di trasmettere a mia volta».
L’Italia rimane il mercato principale e soprattutto è il Paese nel quale continua ad avvenire la gran parte della produzione: «Una scelta non scontata, che pone problemi di competitività, ma che ci rende molto orgogliosi». La grande sfida è quella della presenza all’estero: gli Stati Uniti, che rimangono un mercato fondamentale, dove nel 1990 è stata nuovamente avviata una unità produttiva a Fort Wayne; il Brasile, grande mercato emergente dove nel 2001 è stata acquisita l’azienda Burigotto, che sotto la guida di Michele è diventata leader di mercato. L’impegno è certo notevole. Ma “quando c’è da fare si fa”: come ha insegnato papà Giuseppe.