Giada, apprendista mamma di un bambino di due anni, archeologa che lavora come photoeditor, trent’anni all’anagrafe e un cuore da bambina, propone sul suo blog passatempi creativi per divertirsi con il proprio bambino. Idee che si potrebbero definire più poetiche che semplici, proprio perché hanno molto a che fare con l’entusiasmo e la fantasia. Da realizzarsi con poco o niente, perché bisogna sempre avere un’idea nel cassetto in caso di brutto tempo.
Non l’abbiamo detto? Il suo blog si chiama Quandofuoripiove ma è raggiungibile anche in caso di solleone.
1.Non sottovalutare
La tua pazienza: credevo di averne tanta, ma non sapevo di poter essere più zen di un maestro Jedi, capace di sopportare con notevole aplomb crisi da stanchezza e capricci da fame, risvegli notturni e scarabocchi sulla adorata copia de La casa degli Spiriti… Non hai pazienza? Non ti preoccupare! Questi piccoletti sono personal trainer eccezionali!
2. Non sopravvalutare
Le opinioni altrui. Ogni bimbo è unico, ogni mamma ha le proprie idee e le proprie soluzioni. E se fai scelte considerate un po’ “freak” come noi, che abbiamo portato il piccolo in fascia e scelto l’autosvezzamento, di commenti ne sentirai tanti… per un po’ ho cercato di spiegare le mie ragioni, poi, per risparmiare buonumore ed energie, mi sono rifugiata nell’atteggiamento salvavita dell’incompreso: annuivo con un sorrisetto e… continuavo a fare a modo mio.
3. Se hai bisogno d’aiuto
Chiedilo, chiedilo, chiedilo. Fai la mielosa con la mamma perché ti prepari le lasagne e un arrosto e attacca sul frigo il numero di telefono della pizzeria da asporto; apri la porta alla suocera perché ti tenga il bimbo per il tempo necessario a farti con calma una doccia e scoprire che sì, ancora esiste lo shampoo, o per dormire un paio di ore di fila prima della poppata successiva; afferra il telefono e sfoga con un’amica tutta l’ansia e la stanchezza accumulate e coinvolgi il tuo compagno, delegando come se non ci fosse un domani.
4. Non potrai fare a meno di
Essere indulgente con te stessa, perché avrai momenti di crisi che ti faranno sentire tanto in colpa… Detto così è brutto, lo so, ma capitava: i miei nervi, bombardati da dosi massicce di insonnia, privazione dell’igiene personale e solitudine, a un certo punto cedevano e io mi sentivo tremendamente in colpa nei confronti di mio figlio. Poi ci sono arrivata: ho capito che avere un bambino è una tale repentina rivoluzione che ci obbliga a stravolgere la propria vita e rinascere a nostra volta come mamme, è un processo che richiede tempo, amore e, ora lo so, tanta indulgenza nei confronti di noi stesse.
5. Il mio motto per i momenti disperati
È una fase, passerà… ( Attenzione: bisogna crederci perché funzioni! In compenso si può adattare a ogni situazione dai dieci risvegli a notte allo spuntare dei dentini, dallo svezzamento e dalla fase terribile del “È mio!”, allo spannolinamento… a ben pensarci credo vada bene fino all’adolescenza…)
2 Commenti
Sottoscrivo in pieno!!!!!!!!!!!
Per prima cosa, l’importanza del saper chiedere aiuto, specialmente nei primi mesi è di vitale importanza!!! Per i consigli (spesso non richiesti) della gente, idem, alla fine noi smettevamo di dare spiegazioni, facevamo come pensavamo noi fosse meglio per noi e il nano, e stop. E sul “è una fase”, io ci credevo (e ci credo) e dovevo anche far il lavoro di farci credere al papà, che invece si disperava (e si dispera), ahahah!!!