“E poi un giorno nasci mamma e scopri che a niente ti è valso leggere l’intera opera letteraria sul sapere marmocchio. Tantomeno essere la prima della classe al corso preparto.”
Così si presenta Valeria sulle pagine del suo blog, Robedamamma, dove scrive della sua quotidianità con una Marmocchia di 3 anni e i suoi sogni nel cassetto di cieli azzurri ed erba verde.
Post dopo post Valeria racconta che “convivere con quel fagottino urlante è del tutto diverso da come lo avevi immaginato” e descrive progressi, emozioni, sconforti. Giornate sì e giornate no.
Qui di seguito ha riassunto per noi il suo vademecum per sopravvivere alla maternità.
1. Non sottovalutare
Le tue capacità e il tuo istinto, anche nei momenti in cui ti sembra di non averlo. Quando penserai di non essere in grado, fermati e pensa alla strada fatta fino ad ora. Essere mamma è l’unica cosa nella tua vita che nessuno potrà spiegarti come fare. E con tutta probabilità sarà quella che ti verrà meglio. Mi pare già un ottimo punto di partenza.
2. Non sopravvalutare
La presunta perfezione dei marmocchi altrui. È solo un effetto ottico derivante dal fatto che, a fine giornata, non dovrai portarli a casa con te. E fattene una ragione quanto prima possibile: i marmocchi altrui non piangono di notte, non fanno capricci di giorno, mangiano ad ogni pasto come se fosse l’ultimo prima del letargo e compiono i normali progressi legati alla loro età con sei/dodici mesi di anticipo sul tuo. La buona notizia è che non è assolutamente vero. La cattiva è che ovunque tu sarai (parco-mercato-banca-chiesa- posta-pediatra-bagni pubblici) incontrerai una mamma e il suo cucciolo perfettino. Ripeti con me: loro-non-esistono.
3. Se hai bisogno d’aiuto
Alza mani e piedi per chiederlo. Sempre. In nessun altro periodo della tua vita troverai così tante persone disposte ad aiutarti. Sfoggia il pancione in gravidanza per scansare la qualunque. Tieni ben in vista il pupo per muovere a compassione amici e parenti. Sarà la tua carta vincente per ottenere aiuti in abbondanza e, quel che è meglio, a gratis. Non approfittarne sarebbe davvero un peccato.
4. Non potrai fare a meno di
Una spalla su cui piangere, un’amica con cui ridere, un buon libro per distrarti, qualche ora di sano ed egoistico dolce far niente (almeno una volta ogni sett… mes… ann… vabbè, almeno una volta ogni tanto) e il supporto di chi ci è già passato prima di te. E se navighi in rete troverai moltissime amiche pronte a non farti sentire sola.
5. Il mio motto per i momenti disperati
È solo una fase, passerà. (Da ripetere dalle tre alle quattro-cento volte al dì, preferibilmente lontano dai pasti).