Lorenza si definisce “una mamma precaria (o libera professionista, a seconda dell’umore e del conto in banca)”, vive a Milano e ha due figli, un piccolo ingegnere come papà e una piccoletta che da grande farà il medico al mattino e la profumiera il pomeriggio. Il profumo più diffuso “da loro” al momento è quello del gelsomino appena piantato sul balcone, che è un po’ come dire mettere radici arrampicandosi verso il cielo. Perché Lorenza, come tante altre donne, sogna che un giorno la sua vita possa assumere una forma un po’ più precisa, almeno un po’ ordinata.
Nel frattempo, fa di precarietà virtù e del “disordine” stimolo: ecco i suoi consigli per sopravvivere alla maternità.
1. Non sottovalutare: l’importanza del papà. Il tuo compagno, fin dai primi giorni, può giocare un ruolo fondamentale di aiuto, confronto e supporto. Non pensare che “non sia capace”, è solo “diversamente capace” – e vedrai che gran cosa è, questa.
2. Non sopravvalutare: quello che dicono manuali, mamme, suocere, amiche esperte, amiche senza figli. Ognuno ha la sua visione di come debba essere una “buona mamma”, ognuno ha la sua esperienza da raccontare (non ti preoccupare, anche chi è sprovvisto di pupaglia vorrà raccontarti dei propri traumi infantili), ognuno ha il suo consiglio da dare. Ascolta, annuisci, tieniti quelli che ti sembrano consigli sensati e fai piazza pulita di tutto il resto. Non dilungarti in conversazioni che prendono una brutta piega: cambia subito argomento.
3. Se hai bisogno d’aiuto: valuta attentamente i pro e i contro. Se chiedere aiuto a mamma e suocera vuol dire dover sottostare poi a una fila di fuoco di consigli, ramanzine e critiche, molto meglio una baby-sitter. E’ una scelta più costosa, ma ricorda che la tua pace personale non ha prezzo.
4. Non potrai fare a meno di: un buon passeggino: solido, leggero, poco ingombrante quando si piega. Meglio unisex, non si sa mai. Ho usato un passeggino modulare per sei anni di fila, ovunque: in spiaggia, in montagna, con 30 centimetri di neve a Milano. Ora riposa sereno in cantina, ma a distanza di anni lo considero il mio miglior acquisto pre-parto!
5. Il mio motto per i momenti disperati: c’è sempre la luce in fondo al tunnel